Il Tondo Doni è l'unico dipinto realizzato da Michelangelo Buonarroti, ad esclusione degli affreschi della Cappella Sistina, di attribuzione certa, databile al 1503-1507 circa, oggi conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Si tratta di un dipinto fondamentale, in quanto pone le basi per il futuro Manierismo. Gli artisti manieristi erano coloro che non prendevano più a modello la natura secondo l'ideale rinascimentale e si ispiravano esclusivamente allo stile dei tre grandissimi maestri: Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti e, in particolare, a questi ultimi 2.
Vasari indica i tre artisti citati sopra come i fautori del culmine artistico, cominciato con Cimabue e Giotto verso la fine del 1200.
L'opera è stata commissionata da Agnolo Doni, ricco mercante di pregiati tessuti, che chiese a Michelangelo una rappresentazione della Sacra Famiglia in tondo, tema che era molto caro nella pittura fiorentina ed era usato come ornamento nelle case private più facoltose; l'occasione della commissione, probabilmente, fu la celebrazione delle nozze di Doni con Maddalena Strozzi nel 1504.
Un'altra ipotesi lega il dipinto al battesimo della prima figlia di Doni e Maddalena, Maria, nel 1507 circa.
Nello stesso periodo la coppia Doni commissionò a Raffaello Sanzio i loro ritratti.
Vasari racconta che una volta completata l'opera, Michelangelo mandò un garzone per consegnarla, ma, alla richiesta di settanta ducati come pagamento, Agnolo Doni, attento alle sue economie, offrì solo quaranta ducati. Michelangelo fece portare indietro l'opera e acconsentì a recapitarlo solo a un prezzo più alto: centoquaranta ducati, il doppio del prezzo pattuito in precedenza.
Questo aneddoto può essere visto come un primo esempio di come un artista iniziò a prendere coscienza dell'altissimo valore della sua creazione, staccandosi dalla committenza tipica del Medioevo in cui la pittura era vista come ''arte meccanica''.
L'opera è dominata dal gruppo della Sacra famiglia, colto in una posa eccentrica e innaturale: la Vergine, inginocchiata a terra, si volta indietro a prendere il piccolo Gesù, che le viene passato, sopra la spalla destra, dal marito Giuseppe. La composizione del gruppo viene chiamata ''figura serpentina'' poichè i personaggi avvitati tra loro vengono visti contemporaneamente dall'occhio dello spettatore, dando concretezza visiva al movimento continuo verso l'alto che compiono le figure.
S. Giovannino viene rappresentato in secondo piano al di là di un muretto come figura intermediaria tra la Sacra Famiglia e il fondale roccioso, popolato da una serie di figure nude che rappresentano il mondo pagano, poichè è colui che è stato chiamato a fare da mediatore e a preparare la strada alla predicazione di Gesù.
Gli ignudi rimandano alla predilezione di Michelangelo per la rappresentazione umana e molto probabilmente l'artista prese spunto dall'opera di Luca Signorelli ''La Madonna col Bambino'', anch'essa con un gruppo di nudi alle spalle della Vergine. Si tratta sempre di un tondo, destinato a Lorenzo il Magnifico o al suo cugino Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici verso il 1490.
In un paio di quei nudi Michelangelo sembra omaggiare la posa di due celebri sculture antiche che allora si potevano vedere a Roma: ''l'Apollo del Belvedere'', conservato oggi nei musei Vaticani (il secondo nudo da sinistra) e il ''Laocoonte'', anch'esso conservato nei musei Vaticani (il terzo nudo da destra).
Sinistra: ''L'Apollo del Belvedere'' Destra: ''Laocoonte'' |
Sullo sfondo si vede un paesaggio con un lago, un prato e montagne che sfumano in lontananza davanti il cielo.
Il paesaggio raffigura quasi sicuramente la Verna, sacro monte Toscano in cui S. Francesco d'Assisi ricevette le stigmate (sono tipicamente le piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato di Gesù Cristo provocate dai traumi subiti durante la passione) il 17 Settembre del 1224..
Per dare un senso di profondità l'artista utilizzò una prospettiva basata sulla grandezza, infatti, le tre figure in primo piano occupano gran parte del dipinto. S. Giovannino è rappresentato in modo molto più piccolo e cosi anche gli ignudi in progressione.
Molto innovativa è la scelta di utilizzare un punto di vista ribassato cosi da rendere ancora più monumentali i componenti della Sacra Famiglia rispetto al resto della composizione. Gli ignudi, al contrario, sono rappresentati frontalmente. Con questa scelta Michelangelo volle marcare la differenza tra il mondo pagano e il mondo cristiano: i pagani sono figure ormai lontane, che appartengono al passato mentre il mondo cristiano è quello a cui appartiene ognuno di noi e perciò lo percepiamo più vicino e più ''alto'' sia moralmente che spiritualmente.
I corpi sono realizzati con una perfezione anatomica assoluta e con un forte senso del volume, vengono trattati quasi come se fossero delle vere e proprie sculture, più che delle rappresentazioni pittoriche, grazie anche alla linea dei contorni netta e precisa. Michelangelo riteneva, infatti, che la migliore pittura fosse quella che si avvicinava il più possibile alla scultura.
Il chiaro-scuro crea una muscolatura ben definita e volumetrica sui corpi delle figure: le braccia della Vergine sono modellate e ricordano quelle di un giovane, soprattutto il braccio sinistro flesso verso il bambino. Sul corpo di Gesù Bambino si notano tracce di muscolatura quasi adulta.
I diversi piani di profondità hanno anche una illuminazione differente infatti mentre la luce della Sacra Famiglia è diretta, limpida ed è una luce simbolica e spirituale, quella dello sfondo sembra più offuscata, questo per sottolineare ancora di più le differenze tra mondo pagano e mondo cristiano.
LA CORNICE
Degna di commento è anche la cornice del dipinto.
La cornice presenta cinque teste poste ai vertici di un pentagono ideale: tutte le teste guardano nel punto centrale in basso dove è intagliata una maschera che suggerisce come Michelangelo abbia pensato di inquadrare la scena, dove ha posizionato il suo punto di vista e dove ha collocato i personaggi, infatti per una visione ideale del dipinto, lo sguardo deve partire dalla maschera per poi salire e seguire il movimento di avvitamento che compie la Madonna per arrivare al centro dell'azione che è il passaggio di Gesù Bambino da Giuseppe a Maria.
Tra le varie decorazioni come vegetali intrecciati, icone di angeli e profeti emergono anche le mezze lune: simbolo dello stemma familiare degli Strozzi.
Sinistra: pentagono formato dalle cinque teste Destra: la visione delle teste verso la maschera in basso alla cornice |
Piccola curiosità:
Raffaello Sanzio prese ispirazione nel movimento della Sacra Famiglia e provò a riprendere questa tecnica di torsione all'interno della Deposizione Baglioni, datata 1507, oggi conservato nella Galleria Borghese a Roma.
Raffaello Sanzio prese ispirazione nel movimento della Sacra Famiglia e provò a riprendere questa tecnica di torsione all'interno della Deposizione Baglioni, datata 1507, oggi conservato nella Galleria Borghese a Roma.
In particolare, il movimento serpentino si può ben notare nelle figure sulla destra che raffigurano le pie donne mentre sorreggono la Vergine svenuta. La figura in ginocchio (Maria Maddalena) mostra la torsione indietro molto simile alla torsione che compie Maria nel Tondo Doni.
Dettaglio della Deposizione Baglioni di Raffaello Sanzio che raffigura il movimento serpentino simile al Tondo Doni. |
Alessandra Oliveri
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